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Muro Leccese

Indirizzo:  Via Salentina, 126 | Mappa

Telefono: +39 0836 443211



Descrizione

Muro Leccese ha origine antichissime, di cui fanno fede i numerosi menhir, le mura megalitiche, testimonianze dell'età del bronzo e di età neolitica confermano la presenza di insediamenti precedenti l'epoca messapica.


I primi abitanti storicamente accertati furono però i Messapi, popolo proveniente dall'Iliria che, a partire dal VI secolo a.C., trasformarono l'abitato in un centro a carattere urbano con case regolarmente allineate lungo le strade.


Una cinta muraria a blocchi squadrati, lunga 4 chilometri racchiude un'area di poco superiore a 100 ettari, ed una necropoli, ne fanno ascendere la fondazione ai Pelasgi Cretesi.


Accanto ad Oria, Rudiae e Ugento, Muro Leccese è una delle città maggiori della Messapia, e certamente la più grande nel comprensorio occupato da Vaste, Otranto e Castro, da cui dista pochi chilometri.


Le iscrizioni di lingua messapica e i materiali antichi, provenienti da Muro Leccese e conservati al Museo Provinciale di Lecce, danno un'ulteriore conferma sul ruolo rivestito da questa città anonima nel Salento Messapico, completamente rasa al suolo dalle truppe romane nel III sec. A.C.


Le vicende del casale fortilizio ricostruito dopo questa devastazione, sono insignificanti, se si eccettua la notizia, non del tutto verificata, che vuole Muro distrutto nel 924 dai Saraceni nelle loro scorribande in territorio Salentino, e nel 1156, venne raso al suolo dal masnadiero teutonico Guglielmo il Malo.  


Il normanno Tancredi ne favorì successivamente la ricostruzione affidandola in feudo al capitano Alessandro Choti.


La dominazione sveva e le feroci repressioni operate da Enrico VI durante la conquista dei territori normanni lasciarono Muro ed il Salento nella desolazione. Nel periodo angioino il feudo di Muro appartenne alla casata dei de Monti marchesi di Corigliano d'Otranto, che scomparvero da Muro dopo oltre un secolo di principato, nello stesso tempo in cui si dileguava la meteora angioina.


Alla fine del Trecento, sotto Carlo III di Durazzo (1345-1386), Muro venne riservato alla Corona.


All'indomani delle turbolente vicende dei Durazzo, Muro passò agli Orsini del Balzo principi di Taranto, che delimitarono i confini del feudo nel 1438, concedendolo ai Protonobilissimo, casata di origini tarantine. Costoro furono principi di Muro fino al 1774, quando la città passò al demanio.


Nel 1797 il feudo fu concesso da Re Ferdinando al principe Antonio Maria Pignatelli di Belmonte: questa casata terrà il feudo fino al 1854, quando poi la venderà al Cavaliere Achille Tamborino.


Il seguito è storia recente che vedrà Muro, dopo l'Unità d'Italia, seguire con coraggio e viva partecipazione le alterne vicende ed i destini dell'intera Nazione.


 


Di notevole interesse sono:


La Chiesa di San Domenico: con l'annesso convento, eretto negli anni che vanno dal 1561 al 1583;


La Cappella del Crocefisso: edificata nel 1573 sui ruderi di una costruzione assai antica;


Il Castello Protonobilissimo: più volte rimaneggiato;


La Chiesa dell'Immacolata: risalente al 1778, che presenta una splendida facciata barocca e conserva altari sfarzosi e pregevoli sculture;


La Chiesa Madre: adorna di un sontuoso portale e di una vasta ed armoniosa facciata, costruita tra il 1680 ed il 1693, la quale ospita al suo interno le opere del pittore Liborio Riccio e di Serafino Elmo.


 


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